Dicembre 5, 2024

Siamo all’ultimo atto: un re che sceglie la croce come trono e si consegna liberamente ai suoi fratelli che lo vogliono crocifisso; è una scena nota a tutti: senza amici, tranne un fedele giovinetto che lo seguirà fin sotto la croce ed uno sparuto gruppo di donne, avvilito e asservito, schernito e beffeggiato chiude la sua vita, con l’apparente ultimo capitolo: la morte in croce!  THE END direbbe “…il popolo che stava a guardare…”. (Lc23,36)

Ultimo capitolo di una storia fatta di segni e di annuncio, di presenza e di compassione… anche di lacrime per i veri amici. Ma, tutto sembra essere stato vano, tutto sembra essere stato inutile. Sì, proprio inutile!

Un filo rosso che attraversa, “da cima a fondo” (Gv 19,23) la storia che Luca ci dipinge con tenere sfumature nel suo racconto. In questa raffinata tela c’è un continuo ritorno ad un avverbio di tempo che in questa festa trova tutto il suo significato più vero. Infatti questo epilogo ci consegna una promessa, anzi forse incarna La promessa di un’intera vita di attesa: “Oggi con me sarai in paradiso…”.

“Oggi” è questo sostantivo a tessere la speranza e ad impregnare di vita la scena più triste della storia.  Esso fa da cerniera alla promessa fatta dall’angelo e, per conto di Dio, all’inizio del vangelo di Luca: “Oggi è nato per voi un salvatore” (Lc 2,11), pare esserci un progetto in itinere, un progetto per “ogni uomo che Egli ama” (Lc 2,14) progetto che, nell’oggi di quell’uomo e di quel tempo diventa un “adesso” concreto e palpabile.

C’è inoltre l’oggi che il Maestro viandante rivolge al nano Zaccheo “oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5); un oggi che sconvolge e che rallegra ma soprattutto, un oggi che segna un tempo nuovo, è il tempo di Zaccheo la cui vita è ribalta, la cui conversione è vera!

La salvezza annunciata ad un gruppo di pastori, gente buona a nulla e da non frequentare, l’auto invito a cena del Cristo in casa di un pubblicano e la richiesta di malfattore con precedenti penali, raccontano lo stile di un Dio che oggi si fa misero re, che dalla sua croce regna e regnerà sovrano fino alla consumazione del tempo… fino al compiersi di ogni “Oggi”.

L’Oggi della Scrittura diventa “l’oggi di Dio”, il tempo opportuno, il tempo pieno di una Presenza che diventa strumento e opportunità di conversione; Presenza consegnata a tutti, senza esclusione di nessuno!

In quest’oggi Dio stesso si fa promessa compiuta e non più progetto futuro, aleatorio o, addirittura per alcuni utopia, ma diventa un adesso, un preciso momento in cui Dio viene ad abitare la mia storia, la tua storia e la storia di chi osa chiederGli: “…ricordati di me…!”

(Lc 23,42)

diacono Rosario Palo