Luglio 27, 2024

Nella prima Domenica di Avvento, inizio del nuovo anno liturgico, la Liturgia ci invita a svegliarci, a rialzarci per andare con gioia incontro al Signore che viene. Nella Seconda Lettura, san Paolo ci ricorda che è giunto il tempo di ridestarci dal sonno, perché il giorno della salvezza è vicino. Sarà il giorno in cui, come sottolinea il profeta Isaia nella Prima Lettura, il Signore “sarà giudice tra le genti e arbitro fra molti popoli”. Il Figlio dell’uomo, ci ammonisce il Vangelo, verrà nell’ora che non immaginiamo; verrà nella Sua gloria, per giudicare i vivi e i morti. Il tempo di Avvento che iniziamo, dunque, ha come tema quello dell’attesa. Tuttavia, in questa Domenica, non è indicata l’ora della nascita di Gesù, che pure l’Avvento prepara, ma il tempo della gloria finale, del giudizio perfetto dell’unico vero Giudice. Questa prima Domenica ci proietta, così, già verso l’esito finale dell’avventura umana, come ad anticipare quello per cui Gesù nascerà nella grotta di Betlemme: il Figlio di Dio viene per salvare l’umanità; viene, cioè, in vista di quella fine della storia umana, che rappresenta anche il fine della vita stessa. L’uomo, in questa trepidante e gioiosa attesa, è chiamato, allora, ad abbandonare le opere delle tenebre, a indossare le armi della luce, a comportarsi onestamente, a rivestirsi del Signore Gesù Cristo. La prospettiva del giudizio finale, dell’incontro con Dio che è Amore, dovrebbe spingerci a essere migliori, a non vivere di egoismi, invidie, maldicenze, malvagità, che, purtroppo, caratterizzano anche le dinamiche delle comunità cristiane. Una Chiesa autenticamente di Cristo deve testimoniare al mondo questa speranza, attraverso la gioia che esprime nell’attesa di Gesù che viene, testimoniando una vita nuova, la possibilità di una vera salvezza, che è certa, perché fondata sulla Parola di Dio. Gli amici di Gesù sono chiamati a mostrare alla nostra epoca, relativista e nichilista, che esiste una prospettiva diversa attraverso la quale guardare al futuro: l’attesa di Gesù che entra nel tempo, qui e ora, e ritornerà nella gloria alla fine dei tempi è l’unica possibilità di gioia e di fiducia che questo mondo, così tribolato, può sperimentare. Buona attesa!

Diacono Maurizio Scorza