Ottobre 15, 2024

Domenica 13 Febbraio 2022 – Vangelo della VI Domenica del tempo ordinario (LC 6,17.20-26)

Gesù sul monte in preghiera ha coinvolto 12 uomini, gli “Apostoli” discepoli nell’annuncio del “Regno di Dio”, un giorno diventeranno “Testimoni di Cristo” della sua “Risurrezione”.

Gesù sceso dal monte a valle, incontra la folla dei discepoli, che si allarga, diventano in tanti, vengono da ogni regione del paese. In questo discorso/programma, Gesù inizia a chiamarli “Beati” indicandoci subito l’amore al prossimo, si rivolge ai poveri, affamati, piangenti, vittime di persecuzioni, insultati indicando la ricompensa “in cielo” ma nello stesso spazio temporale allarga il focus alla stessa gente dandogli un’avvertenza ”guai” ricchi, sazi e gaudenti, elogiati dagli uomini, ma a che il “giudizio di Dio” alla fine li rovescerà nella loro condizione.

Ma cosa ci dice nella sua radicalità questa pagina evangelica, esaminata da tanti biblisti, queste contraddizioni “beati e guai”, poveri e ricchi, che tocca tutti, la condizione umana di tutta l’umanità che va ben oltre lo stato sociale dell’essere poveri o ricchi, che comunque esiste, è sempre stata presente ancor prima della venuta di Gesù. L’evangelista Luca, nel suo Vangelo pone l’attenzione sulla storia umana, che non può caratterizzarsi da contrapporre “buoni e cattivi” che riporta al centro del vivere quotidiano, il senso principale dell’uomo che è sempre lo stesso da duemila anni, ovvero, credere e affidarsi a Dio, alla sua “grande Misericordia” che rappresenta per l’umanità non una deresponsabilizzazione verso il prossimo, ma al contrario una presa di coscienza vera e concreta; Papa Francesco lo ricorda spesso,” siamo troppo immersi in una cultura del benessere, che ci porta a pensare sempre e solo a noi stessi, a vivere in bolle di sapone, che sono belle ma sono nulla, abituandoci all’indifferenza.” Ma questo è tipico della natura umana, presente anche ai tempi di Gesù, ecco che la pagina Evangelica ci interroga nel profondo del nostro cuore, parla agli uomini e alle donne di ogni epoca, ci dobbiamo mettere in gioco tutti, poveri e ricchi, dove i ricchi faticano di più, Dio ci offre la sua grazia e la sua bontà, ci indica la strada, per superare la condizione di umana fragilità, non è tempo perduto, la speranza e la volontà di possedere “il Regno di Dio”, di ribaltare cambiando lo status che ci rappresenta, le due facce della stessa moneta “Beati e Guai” che Gesù Cristo ci offre, dove tutto può cambiare, con il suo aiuto e se lo vogliamo, dove le contraddizioni restano tali, solo nel mio e tuo immobilismo, dove la vecchiaia ci parla di nascita, la morte di risurrezione, dove forza, volontà e speranza agiscono insieme, superando prove e difficoltà, questo è il messaggio d’ Amore di Gesù che da “ricco” si fece “povero” per Noi “per farci ricchi della sua povertà” (2Cor 8.9) Si Gesù ci dice cose profonde, non facili, cose scomode, che ci consolano “Beati” e ci fanno andare oltre, e nello stesso tempo ci allertano ci avvertono “Guai” a cambiare strada, con la certezza di camminare sempre al nostro fianco, anche quando il virus dell’indifferenza ci colpisce.

Diacono Donato Lupo