Aprile 25, 2024

Riflessioni sul Vangelo di Domenica 9 aprile 2023 – Pasqua

Gv 20, 1-9

Giovanni, nei suoi scritti, ci ha trasmesso la bellezza di entrare in profondità nella Parola per comprendere ciò che si cela dentro di Essa. L’attualizzazione temporale della Parola fa sì che il lettore può sentirla propria, adatta ed indispensabile per il suo “oggi”. E Gv. 20,1-6 che la Chiesa nella sua saggezza e guida, depositaria ed interprete della Sacra Scrittura, ci propone oggi, giorno della Pasqua di Resurrezione, ci dà conferma di quanto precedentemente detto.

Giovanni chiarisce subito, sin dal primo versetto, che gli avvenimenti che sta per raccontare sono avvenuti “Il primo giorno della settimana”.

In questo “primo giorno della settimana” nulla è cambiato agli occhi del mondo; il sole è sorto come tutti gli altri giorni, il pio ebreo ha trascorso parte del suo tempo in preghiera come sempre, le donne hanno ripreso le faccende domestiche dopo la pausa dello Shabbat.

Eppure, a partire da questo giorno nulla sarà più come prima! Tutto è cambiato; il corpo del Figlio di Dio, l’Uomo Cristo Gesù, come constateranno più avanti i protagonisti di questo passo del Vangelo, non si trova più nel sepolcro dove era stato deposto dopo la morte in croce! Checché ne dica il mondo, il sepolcro vuoto ha permesso all’uomo di riconquistare il posto che Dio gli aveva assegnato all’inizio della creazione.

Giovanni racconta che proprio in questo primo giorno Maria di Magdala si reca al sepolcro. Immaginiamo per un momento lo stato d’animo di questa donna, l’unica che, insieme a Maria la Madre di Gesù e al suo discepolo preferito, non era fuggita, come gli altri Apostoli, davanti alla Croce. Ha visto il Cristo morire fra atroci dolori, di una morte riservata ai peggiori delinquenti. Proprio lei che, conquistata ed affascinata dalla dolcezza del Maestro, era stata al suo fianco; che certamente era stata anche presente all’ingresso trionfale di Cristo in Gerusalemme di pochi giorni prima; proprio lei che, colpita dall’ Amore di Cristo, aveva riposto in Lui tutta la sua vita. Poteva il Maestro tradirla così? Poteva la morte del suo Amore avere l’ultima parola? Frastornata da mille pensieri, ma fiduciosa in Colui che le aveva donato la vera vita, si reca “al sepolcro di mattino, quando era ancora buio”.

E’ bello notare come Giovanni gioca sulle parole “buio” e “…vide”, quasi a volerci trasmettere l’essenza dell’essere cristiano. Il cristiano è colui che “vede” anche nel buio più profondo, purché il suo sguardo sia rivolto a Colui che ha dato la vita per tutti; Maria di Magdala giunse al sepolcro e “vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro”. La sua anima, avvolta dal buio della tristezza del momento, le impedì di capire che il masso fosse stato rovesciato dal Vivente che era risorto.

L’Evangelista non riferisce di un suo ingresso nel sepolcro eppure corre subito da Simon Pietro e dall’altro discepolo e riferisce loro “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Maria di Magdala è stata depositaria di una rivelazione che si farà relazione autentica con il Risorto, relazione che si è sublimata con la sua presenza sotto la croce.

L’ansia di verificare quanto era stato loro detto, portò i due discepoli a correre immediatamente verso il sepolcro, senza indugio. Arrivò prima Giovanni, più giovane, ma non entrò, forse per paura di ciò che avrebbe visto, ma anche per rispetto verso il primo Papa.

Giovanni, narrandoci dell’ingresso di Simon Pietro nel sepolcro vuoto, mette in evidenza che “osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte”. L’Evangelista aveva non solo la necessità di far capire che il corpo di Cristo non era stato trafugato, perché dei ladri non avrebbero perso tempo a togliere le bende al cadavere e successivamente a piegarle, ma anche di far capire ai lettori che il Risorto non poteva essere trattenuto dai “lacci degli inferi” (Salmo 116,3),

Dopo Simon Pietro anche Giovanni entra nel sepolcro “e vide e credette”.

Durante il ritorno, Simon Pietro incominciò a meditare su ciò che aveva visto e i due discepoli, pur avendo la certezza che il corpo non era stato rubato, non poterono comprendere la verità che rimase per loro, in quel momento, ancora confusa ed oscura.

Possiamo concludere queste osservazioni evidenziando un cammino di fede attraverso ciò che i personaggi “vedono”: Maria di Magdala vede la pietra ribaltata del sepolcro; successivamente Simon Pietro si limita a vedere i teli ed il sudario; il terzo modo di vedere è quello di Giovanni il quale “entrò … e vide e credette”. Ancora una fede allo stato embrionale, che ha bisogno di approfondimento attraverso gli incontri con il Risorto e la meditazione della Scrittura.

Infatti l’Evangelista chiude “non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti”.

Immagine riprodotta: XV stazione della Via Crucis monumentale in San Giovanni Rotondo. La resurrezione di Cristo.

Diacono Bonaventura Criscuolo