Ottobre 15, 2024

Commento al Vangelo – Luca 19, 28-40

In cammino verso la Pasqua, fratelli, anche quest’anno contempliamo Gesù, il Messia, umile e portatore di Pace! Lui è la pace, la nostra pace, “non come la dà il mondo…”. Fa un ingresso regale, in groppa a un asinello, in contrasto con i tanti ingressi trionfali di guerra e non solo, di questo tempo che viviamo: che follia, che pazzia! (Papa Francesco).

Così mi piace leggere questa immagine che l’evangelista Luca ci presenta in questo ingresso liturgico della domenica delle Palme. È una tromba per tutti noi, per noi cristiani battezzati, operatori di pace, annunziatori, testimoni: è il nostro battesimo! Gesù cammina innanzi a tutti e va a morire, è innanzi a tutti noi che ascoltiamo oggi questa Parola. Ognuno di noi, lo so, è animato nel suo profondo dal desiderio di seguirlo, ma i ma e i se sono tanti e come arbusti e spine intralciano il nostro cammino sia pur animato dalle migliori intenzioni. Ma Lui oggi, come sempre, ci apre la strada, ce la indica e ci infonde coraggio per camminare e stare con Lui. Come ministro del Signore, nel servizio a cui mi ha e ci ha chiamati, ci sentiamo maggiormente interrogati e coinvolti su cosa dobbiamo fare e su cosa il Signore vuole da ognuno di noi.

“Il Signore ha bisogno”. Egli certamente, l’Onnipotente non ha alcun bisogno, eppure lo ha detto; ha bisogno di un asinello per entrare in Gerusalemme, ha bisogno dei semplici, dei piccoli, dei poveri per compiere cose grandi.

Allora l’invito è per ognuno di noi a farci piccoli, semplici per entrare nel suo Regno, nella sua vita che è eterna!

La folla grida, piena di gioia, e loda Dio a gran voce per le opere da Lui fatte. Ed è ciò che è rimasto a simbolo di questo ingresso e di questa giornata: i rami d’olivo, le palme.

Anche noi gioiamo e applaudiamo, forse un po’ spettatori di questa scena; facciamo in modo di non rimanere tali ma, ripeto, acquisire quel coraggio per la relazione a cui siamo chiamati sempre, ogni giorno incontrando chi si presenta sul nostro cammino e per annunciargli che c’è un Dio, un Padre che ci ama e si prende cura di noi.

“Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”. No! “Io vi dico che, se questi taceranno grideranno le pietre”. Ecco proprio ciò che si vuole e che si verifica spessissimo nei consessi più alti, dove si prendono e si decidono le sorti degli uomini, della società intera; che il cristiano taccia, che non ci rovini la festa, che non dica come stanno le cose, perché non ribolli la nostra coscienza.

Coraggio, il Signore ci indica la strada, la salita di quel cammino di un tempo santo, verso la Croce che, però, il Signore ha reso gloriosa.

ICONA: Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione. Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione.

Diacono Giuseppe Luise