Luglio 27, 2024

Dal Vangelo secondo Luca 
Lc 9,11b-17 

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.  
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 
Gesù disse loro: «voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. 
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. 

Commento

Con la solennità del Corpus Domini, cioè la celebrazione del Corpo e del Sangue di Gesù, vivo e vero tra noi e con noi, vogliamo ancora una volta lodare il Re dei Re, colui che ha guidato e continua a guidare la nostra Chiesa, noi stessi, dall’interno e dal profondo del nostro cuore. 

Eccoci quindi, davanti a questo Sacramento, a questo “segno” per mezzo del quale Gesù si rende presente in mezzo a noi e, anzi, viene dentro di noi a portarci la Sua vita divina. 

L’Eucaristia, a volte banalizzata dagli stessi cristiani, risana la nostra anima con i “raggi benefici del Suo amore”, illuminandoci sulle scelte da prendere, sui comportamenti da avere nei confronti delle persone e su quanto può avvenire nella quotidianità della vita. 

Nel brano del Vangelo di questa solennità, sono gli apostoli, le persone più vicine a Gesù, quelli che fanno notare al Signore che il “sole sta per tramontare“, e che l’assemblea dei presenti, quella moltitudine di persone radunata intorno al maestro, “ha bisogno del cibo“, quello materiale, il sostentamento fisiologico dell’uomo. 

Ma ecco che Gesù, nel rispondere, gli indica anche la soluzione, non quella materiale, ma quella che porta alla redenzione dell’umanità per mezzo della conversione, alla salvezza e al Padre, dicendo: “Voi stessi date loro da mangiare”. 

Li invita a farsi loro stessi, cibo, diventando pane spezzato per gli altri. 

Ecco dunque, il “mandato” inesauribile che Gesù volge ai discepoli, rendendoli capaci di tutto questo e altro ancora, moltiplicando all’infinito le loro misere possibilità. 

Date voi stessi da mangiare, non siate impassibili di fronte ai bisogni delle persone, rendetevi responsabili della loro vita e delle loro necessità. 

E’ lo stesso mandato che arriva anche a noi; ci viene chiesto di farci travolgere dalla consapevolezza che è l’Eucaristia a renderci capaci di amare, di rimanere in comunione con il Padre e con il Figlio uniti dall’amore dello Spirito Santo, e di poter dare la vita, come Gesù, fino a diventare i tralci della stessa vite della quale Lui è linfa vitale. 

La vita è quindi quel dono che va a sua volta donato! 

Fatti dono per gli altri, fatti cibo per loro; non importa quanto poco hai, quello che interessa a Gesù è se vuoi mettere a disposizione ciò che hai e soprattutto, ciò che sei, per il bene dei tuoi fratelli. 

Fai in modo che da quell’Ostia consacrata possa davvero sgorgare un fiume di comunione con Cristo inondato di fraternità autentica con gli uomini, affinché quel pane spezzato possa essere per sempre, la fonte irreversibile di quell’amore che costantemente Dio riversa nel tuo cuore. 

Diacono Orlando Loria