Maggio 1, 2024

Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te

Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 13,31-33a.34-35

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parola del Signore

Il comandamento “nuovo”, quello dell’amore, che Gesù affida ai suoi é al centro di questa V Domenica di Pasqua. L’amore cristiano non è quello passivo di non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”, ma quello di Cristo, cioè un amore che dà la vita senza misura, supera ogni ostacolo… viene dal dono dello Spirito. Gesù insegna il comandamento dell’amore subito dopo l’uscita di Giuda dal cenacolo. Giuda esce per tradire: inizia la passione. La croce è la “glorificazione” di Gesù e del Padre, cioè la manifestazione della sua “gloria”, è l’amore che si dona fino alla morte di croce. Il Vangelo ci racconta che quando Giuda esce è notte… E’ la notte dell’amicizia, dell’amore. Gesù da’ il comandamento nuovo, perché sa che è questo che salva dalla notte che ha avvolto il tradimento di Giuda e che rischia di avvolgere anche gli altri. Il comandamento nuovo continua: «Amatevi come io vi ho amato». Non quanto, ma come. La novità del cristianesimo non è l’amore, ma l’amore come quello di Cristo. Gli uomini amano, il cristiano ama al modo di Gesù, custodendo nel cuore, ravvivando nella memoria il «come» Gesù ha amato. Questa è “la scuola dell’amore”. L’amore è Lui: quando lava i piedi ai suoi discepoli; quando si rivolge a Giuda che lo tradisce chiamandolo amico; quando prega per chi lo uccide: Padre, perdonali perché non sanno…; quando piange per l’amico morto o esulta per il nardo profumato dell’amica Maria di Betania, o ricomincia dagli smarriti. Noi discepoli di oggi abbiamo questo comandamento che è quello di costruire una comunità che si caratterizza dall’amore e da niente altro. E’ difficile amare, perdonare, servire… ma è da questo che la nostra identità cristiana sarà chiara per tutti e prima di tutto a noi stessi. Amarsi tra cristiani significa dire: «Voglio il tuo bene e mi adopero per realizzarlo». Non fondiamo il nostro rapporto sulla simpatia, ma sulla fraternità e possiamo avere il coraggio del perdono reciproco dicendo: «Voglio più bene a te che alle mie ragioni». Noi sappiamo che il Signore Gesù, non solo ci ha dato l’amore come comandamento, ma ci ha dato il suo Spirito, che è l’Amore stesso di Dio, potenza di Dio nella nostra debolezza. Possiamo lasciare lo Spirito di Dio che ami in noi e attraverso noi. Questa è la novità ultima: è Dio che ama in noi. Ed è su questo che costruiamo la vita. In questo periodo della Pasqua, Signore Gesù, tu ci ricordi che il tempo della Chiesa, è il tempo della carità, è il tempo dell’incontro con Te attraverso i fratelli. Sappiamo che alla fine della nostra vita saremo giudicati sull’amore. Aiutaci a incontrarti in ogni fratello e sorella, cogliendo le piccole occasioni di ogni giorno.Costruendo il regno che Gesù ha inaugurato potremo dire con il Signore: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Il nostro cuore è nuovo, la nostra vita è nuova perché, amati, possiamo amare.

Diacono Luciano Bello