Dicembre 5, 2024

Terza settimana del tempo di Quaresima, commento al Vangelo del 12 marzo.

La stanchezza di Gesù, segno della sua vera umanità, può essere vista come un’anticipazione della passione, con la quale Egli ha realizzato e portato a compimento l’opera della nostra redenzione. In particolare, nell’incontro con la samaritana al pozzo, emerge il tema della sete di Cristo, che culmina nel grido sulla croce. Certamente questa sete, come la stanchezza, ha una base fisica. Ma Gesù aveva sete della fede di quella donna, come della fede di tutti noi. Dio Padre lo ha mandato a saziare la nostra sete di vita eterna ,donandoci il suo amore, ma per farci questo dono Gesù chiede la nostra fede. Nell’incontro con la samaritana risalta in primo piano il simbolo dell’acqua, che allude chiaramente al sacramento del battesimo, sorgente di vita nuova per la fede nella grazia di Dio. Quest’acqua rappresenta lo Spirito Santo, il dono che Gesù è venuto a portare da parte di Dio Padre. Chi rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, entra in relazione reale con Dio, una relazione filiale, e può adorarlo in spirito e verità, come rivela Gesù
alla samaritana. Ognuno di noi può immedesimarsi con essa: Gesù ci aspetta, specialmente in questo tempo di Quaresima, per parlare al nostro, al mio cuore. Fermiamoci in silenzio e ascoltiamo la sua voce che ci dice: ”Se tu conoscessi il dono di Dio…”.

Ci aiuti la Vergine Maria a non mancare a questo appuntamento, da cui dipende la nostra vera felicità.


diacono Vincenzo Iacovazzo